Il 24 maggio si è chiusa Circularity2024, la tre giorni americana sull’economia circolare, organizzata da GreenBiz, colosso di eventi e media legati alla sostenibilità. Sullo sfondo, Chicago, terza città americana per dimensione e culla del capitalismo taylorista che ha dato i natali al mercato dei future e alla catena di montaggio.

 

Un’edizione di successo: esauriti i biglietti per entrare (costo full price: 3.075 US$), grande soddisfazione per i contenuti e tanto coinvolgimento del mondo delle imprese e della PA. E dal palco di Circularity arriva un messaggio chiaro: basta fare della circolarità made in USA solo una questione di plastica, packaging e marketing. Dalle materie prime critiche al tessile, dalla resilienza della supply chain al diritto per la riparazione, il faro per l’economia americana deve essere una circular economy autentica, oltre il mero riciclo, vicino alle strategie di decarbonizzazione e ridotti impatti ambientali e sempre più in sintonia con l’Europa, anche per contrastare una Cina che sempre di più investe in ottica di circolarità.

[Gli americani] cercano un modello che richiede alle catene di fornitura globali mutare e aprirsi, fino a diventare supply network, spiega il giornalista Giorgio Kaldor, presente a Circularity2024. Un modello dove prosperità e comunità viaggiano alla stessa andatura. Ma, soprattutto, un modello dove la finanza incarna senza rigetto il proprio ruolo di catalizzatore. E la ragione è presto detta, a voler fare una sintesi dei numerosi interventi: l’innovazione e i progetti pilota possono essere ovunque, ma la scalabilità ha bisogno di collaborazione.

Non a caso durante la prima giornata, FedEx, Pyxera Global, Sustain our Future e Metabolic hanno inaugurato l’iniziativa Circular Supply Chain Coalition. La rete punta a rafforzare la logistica inversa di scarti di valore da recuperare, creando un collegamento tra le varie scale geografiche della supply chain di materia prima seconda, specie in un paese come gli Usa dove i sistemi di raccolta sono estremamente frammentati.

Questo andrebbe ad agevolare particolarmente quelle aziende che cercano flussi di materia prima seconda consistenti derivati da fonti di approvvigionamento multiple, anche da aree remote del paese. Come ad esempio Battery Technology Company, neo-impresa specializzata nel riciclo di batterie, che cerca di strutturare, con la Coalizione, una catena di approvvigionamento dei metalli per batterie veramente sostenibile in tutto il Nord America.

In questa edizione, però, non si sono viste – a differenza degli anni scorsi – solo aziende e corporation. Tra il pubblico sempre più amministratori pubblici, con iniziative della città di Austin, Charlotte e Chicago ma anche funzionari federale dell’EPA, l’Agenzia americana per l’Ambiente e altre figure della PA.


Ci sono fattori che iniziano a spingere la pubblica amministrazione a essere più coinvolta, come ad esempio le azioni in corso a livello statale sui temi della responsabilità estesa del produttore e dei sistemi di deposito cauzionale (l’ultimo EPR sugli imballaggi in ordine di apparizione è il Minnesota, il 21 maggio, quinto stato con una legge statale di questo tipo, nda). Abbiamo avuto rappresentanti delle amministrazioni comunali e statali dei vari Stati che stanno implementando questi progetti o leggi, come l'Illinois e la California, spiega Jon Smeija, VP di Circularity – GreenBiz. In ogni caso, grazie al momentum attorno al tema della plastica, sappiamo che gli Stati Uniti, l'EPA, il Dipartimento di Stato e persino enti come il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti d'America stanno iniziando a riflettere sempre di più sull'inquinamento da plastica e sull'economia circolare. Tuttavia, la maggior parte dei rappresentanti governativi che hanno partecipato a questa conferenza proviene dalle città, perché gran parte dell'azione si svolge a livello locale.

 

Chicago, città circolare

Coinvolgiamo sempre la città del luogo, continua Jon Smeija. In Circularity abbiamo un comitato di organizzazione che si riunisce prima dell'evento per raccogliere idee e coinvolge aziende, governi e ONG nel campo dell'economia circolare. Abbiamo avuto vari relatori locali di Chicago distribuiti lungo tutto il programma, come quelli di Rebuilding Exchange, un'organizzazione che opera per la decostruzione e il riutilizzo dei prodotti dell'ambiente costruito. Inoltre, sono intervenuti Joanne Rodriguez - CEO di Mycocycle, Gary Cooper - fondatore di Rheaply, e Angela Tovar - Chief Sustainability Officer della città di Chicago, insieme a circa quattro ONG locali e organizzazioni di comunità che stanno cercando di accelerare la transizione all'economia circolare nei quartieri, per comprendere come stanno affrontando il problema direttamente sul campo.

Usa e Europa si avvicinano

Gli Stati Uniti sempre di più guardano verso l’Europa, in uno scambio di sguardi reciproco, specie in settori strategici come i critical raw material e i negoziati globali sulla plastica. Per gli Usa l’Europa è un grande laboratorio di policy, necessario per esaminare gli impatti dell’EPR, le innovazioni sui RAEE, le strategie di finanziamento per l’innovazione.

Dall’altro canto gli Usa sono un modello per l’Europa riguardo le strategie corporate e l’innovazione tecnologica, con l’Ai e il digitale a fare da padroni.

A Circularity24 era presente Manuel Carmona Yebra, Deputy Head of Section for Global Issues and Innovation della delegazione dell’Unione Europea negli USA, per spiegare la necessità di collaborare su settori chiave come l’approvvigionamento di minerali fondamentali per l’economia globale.

Ci siamo uniti agli USA per guidare la Minerals Security Partnership (un'associazione transnazionale i cui membri cercano di garantire un approvvigionamento stabile di materie prime per le loro economie, nda) perché è fondamentale anche per l'Europa. È cruciale come lo è per gli Stati Uniti e per molti altri paesi, spiega Carmona Yebra in un virgolettato apparso sul magazine Materia Rinnovabile. Stiamo inoltre definendo una serie di standard comuni derivanti dal piano d'azione per l'economia circolare. Si guarda al design dei prodotti, ai principi di riutilizzo e al contenuto riciclato.

Tutto questo viene tradotto in legge in Europa. Il mio compito qui è quello di sensibilizzare le aziende. Ci avvaliamo inoltre di incontri regolari a livello del EU-US Trade and Technology Council. A gennaio di quest’anno abbiamo fornito una serie di raccomandazioni. Quindi siamo in contatto non solo con le amministrazioni su questi standard di economia circolare ma anche con le industrie d'oltreoceano, e questo è fondamentale. Perché vogliamo garantire che il nostro commercio, che è la relazione commerciale più importante al mondo, continui a crescere e a prosperare, ma sia anche circolare.

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Un articolo a firma di Emanuele Bompan