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Right to Repair, gli altri Stati Ue si preparano: cosa prevede la direttiva

Right to Repair, gli altri Stati Ue si preparano: cosa prevede la direttiva

Una delle strategie d’azione più importanti per l’economia circolare è quella di allungare la durata d’uso degli oggetti, riparandoli se si rompono ed evitando così di buttarli prematuramente, quando invece potrebbero essere ancora utili.

In questa direzione nel giugno 2024 l’Unione Europea ha adottato la direttiva 2024/1799, meglio nota come “Right to Repair ”. Gli Stati membri hanno due anni di tempo, a partire dalla data di entrata in vigore, il 30 luglio 2024, per recepirla nel diritto nazionale e applicarla: il 31 luglio 2026 è quindi il giorno entro il quale i cittadini dell’Ue vedranno concretizzarsi il diritto alla riparazione dei beni di consumo.

La proposta, che era stata presentata dalla Commissione Ue il 22 marzo 2023, integra altri atti legislativi recenti dell’Unione Europea finalizzati a promuovere il consumo sostenibile, come il regolamento sulla progettazione ecocompatibile, che promuove la produzione di prodotti riparabili, e la direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, pensata per favorire decisioni più informate quando si fanno acquisti.



I numeri
Secondo il Consiglio europeo, lo smaltimento prematuro dei beni riparabili genera ogni anno un’enorme quantità di rifiuti, pari a circa 35 milioni di tonnellate, e un ingente consumo di risorse utilizzate, stimato in 30 milioni di tonnellate, oltre a 261 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra. Uno scenario, su cui pesano le abitudini dei consumatori e le prassi delle aziende: effettivamente per un cittadino al momento è più semplice e conveniente comprare un prodotto piuttosto che farne aggiustarne uno vecchio, anche perché spesso sono i produttori stessi a non favorire la strada della riparazione

La nuova norma dell’UE si pone l’obiettivo di cambiare questa situazione, promuovendo un consumo più sostenibile. Come?
Da un lato, sensibilizzando i consumatori a  riutilizzare i prodotti il più possibile, donando loro una seconda vita, individuando riusi creativi e facendoli riparare se difettosi o danneggiati, dall’altro incentivando i fabbricanti a produrre beni che possano durare più a lungo e possano essere riparati, riutilizzati e riciclati.

In questo modo si possono ottenere benefici economici, sociali e ambientali: si aumenta l’attrattiva del settore della riparazione, si creano posti di lavoro di qualità, si riducono i rifiuti e il consumo di materie prime critiche. Nel complesso, la prospettiva è di 4,8 miliardi di euro di crescita e investimenti previsti nell’UE.


 



La strategia Ue
Che cosa prevede in dettaglio la direttiva Rigth to Repair?

 

  • Innanzitutto, l’obbligo di riparazione: i consumatori potranno chiedere ai fabbricanti di riparare i prodotti tecnicamente riparabili a norma del diritto dell’UE, come lavatrici, aspirapolvere o smartphone. La riparazione dovrà essere effettuata in tempi e a prezzi ragionevoli, salvo che il servizio sia fornito a titolo gratuito. I produttori dovranno fornire informazioni facilmente accessibili sui servizi di riparazione (tariffe comprese) e garantire l’accesso alle parti di ricambio a prezzi ragionevoli.
     
  • In secondo luogo, si prevede la proroga della garanzia legale: i consumatori avranno il diritto di poter scegliere tra la riparazione e la sostituzione dei prodotti difettosi entro il periodo di responsabilità del venditore incluso nella garanzia. In caso si proceda con la prima opzione, il periodo di responsabilità del venditore sarà prorogato di almeno 12 mesi dal momento in cui il prodotto sarà riparato.
     
  • Entro il 2027 dovrebbe poi diventare operativa una nuova piattaforma europea online per la riparazione, che sarà un'estensione del portale “Your Europe”, con l’obiettivo di favorire il collegamento tra i consumatori e i riparatori. La piattaforma disporrà di sezioni per ciascuno Stato membro, così da aiutare i consumatori a trovare le offerte disponibili e aumentare la visibilità dei riparatori. 
     
  • E ancora, la nuova normativa prevede che i riparatori offrano ai consumatori un modulo europeo di informazioni sulla riparazione gratuita, contenenti dettagli quali condizioni di riparazione, tempo necessario a completare il lavoro, prezzi, prodotto sostitutivo. Tali dati saranno validi per 30 giorni di calendario, ma le parti potranno concordare una proroga del termine.

 

Focus Italia
Mancano circa otto mesi alla data in cui gli Stati membri dovranno applicare la direttiva Ue 2024/1799. In questa direzione si sta muovendo anche l’Italia: il recepimento della nuova norma è stato inserito nel disegno di legge della delegazione europea varato in Consiglio dei ministri il 22 luglio 2025. Il testo dovrà essere discusso e approvato da Camera e Senato, poi l’effettiva entrata in vigore dei principi “Right to Repair” avverrà dopo il 31 luglio 2026.

Le nuove etichette Ue
In questo contesto il 30 settembre 2025 la Commissione europea ha introdotto un nuovo sistema di etichette e avvisi validi in tutta l’UE per i prodotti venduti sul mercato UE. Questa iniziativa è una delle misure di attuazione della Direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, che sarà applicabile a partire dal prossimo anno.

L’obiettivo è spingere le aziende a informare meglio i consumatori sui loro diritti e a introdurre un’etichettatura uniforme, consentendo ai cittadini di fare scelte consapevoli a favore di beni più durevoli. L'informativa obbligatoria è concepita per spiegare i diritti di garanzia legale dei consumatori e per fornire indicazioni pratiche per gestire i prodotti non conformi: deve essere esposta chiaramente in tutti i punti vendita al dettaglio dell'UE, sia online che offline. Viene poi introdotta una nuova etichetta di prodotto per le aziende che offrono volontariamente una garanzia di durata oltre il periodo standard di due anni, senza costi aggiuntivi per il cliente.

Articolo scritto da Emanuele Bompan e Maria Carla Rota

Questo blog è un progetto editoriale sviluppato da Ecomondo con Materia Rinnovabile

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