BLUE ECONOMY: QUALI LAVORI PER I PIÙ GIOVANI?
La Generazione Z, cresciuta tra sfide ambientali e urgenze climatiche, è protagonista della transizione verso un’economia sostenibile, con una forte propensione per i “green jobs”. Temi come cambiamenti climatici, gestione delle risorse ed efficienza energetica guidano le scelte di carriera di molti giovani, sempre più orientati verso innovazione e sostenibilità.
Secondo il report The greening world of work di Manpower, entro il 2030 il settore potrebbe generare fino a 30 milioni di posti di lavoro a livello globale, con ambiti come energie rinnovabili, efficienza energetica, gestione dei rifiuti ed economia circolare in forte crescita. In Italia, si stima la creazione di 250-300 mila nuovi posti di lavoro, molti dei quali nella blue economy, un settore importante soprattutto in un paese come il nostro, con un rapporto storico e profondo con il mare.
La Blue Economy a Ecomondo
Quest’anno, Ecomondo, ha dedicato un focus speciale alla blue economy. Come spiegato da Massimo Bellavista, senior expert nel settore pesca e membro del comitato tecnico scientifico della fiera, il padiglione B8 (parte del progetto di espansione del quartiere fieristico di Rimini) è stato interamente dedicato a espositori internazionali e workshop su gestione degli ecosistemi marini, diversificazione della pesca e promozione del novel food.
Si è parlato di tematiche come la gestione delle specie invasive, come il granchio blu, la diversificazione della pesca e la promozione del novel food, come le alghe.“Grazie alla collaborazione con una start-up dell’Emilia-Romagna, sarà possibile assaggiare chips di alghe e scoprire i benefici nutrizionali di questo alimento ricco di sali minerali e a basso impatto ambientale”, racconta Bellavista.
Nuove professioni e blue skills
Un focus speciale è stato dedicato alle nuove competenze richieste dalla blue economy. Bellavista evidenzia come questo settore richieda sempre più competenze avanzate per unire settori diversi come pesca ed energie rinnovabili. Un esempio è il progetto eolico offshore in Emilia-Romagna, che offrirà nuove opportunità a pescatori e acquacoltori, permettendo loro di occuparsi della manutenzione degli impianti e di avviare attività di acquacoltura sostenibile. “Questi progetti uniscono settori che tradizionalmente vivevano separati”, sottolinea Bellavista.
Evoluzione delle professioni tradizionali
La blue economy richiede anche un adattamento delle professioni tradizionali, ora sempre più orientate verso competenze manageriali e tecnologiche avanzate. Oltre a saper navigare, oggi sono richieste abilità per gestire dispositivi digitali, monitorare l’ambiente e garantire un’attività sostenibile.
“In collaborazione con la start-up greca Enaleia, che coordina le attività di pulizia del mare Adriatico e Mediterraneo – racconta Bellavista - abbiamo un’iniziativa che coinvolge i pescatori di Rimini, in cui reti da pesca non più utilizzate o accidentalmente pescate vengono recuperate per ricostruire filati e produrre calzini”.
Formazione e futuro della Blue Economy
Dunque, per la Generazione Z, la blue economy rappresenta una reale opportunità, ma c’è un divario tra domanda e offerta: il 94% delle aziende fatica a trovare professionisti con abilità ambientali e il 70% intende assumere talenti specializzati.
Bellavista sottolinea come manchino percorsi strutturati per formare giovani professionisti, chiedendo un cambiamento culturale e un’offerta formativa aggiornata. Ma, con il supporto dell’Unione Europea, il settore della blue economy è destinato a crescere.
Ecomondo è un’occasione unica per la Generazione Z di esplorare le opportunità di una sostenibilità concreta e di scoprire il mare come un patrimonio da valorizzare e proteggere.