IL RUOLO STRATEGICO DELL'EDUCAZIONE AMBIENTALE NELLA BLUE ECONOMY
La blue economy rappresenta una prospettiva di sviluppo economico che combina progresso e sostenibilità, ponendo al centro la salvaguardia degli ecosistemi marini.
Nonostante gli oceani coprano il 70 per cento della superficie terrestre, gran parte dei mari rimane inesplorata: oltre l’80 per cento non è stato ancora mappato né studiato. Questa conoscenza incompleta limita la capacità di comprendere gli impatti ambientali e le opportunità che un uso sostenibile delle risorse marine potrebbe generare.
Secondo Emilio Mancuso, biologo marino e divulgatore scientifico, il Mediterraneo stesso ne è un esempio emblematico: "Conosciamo direttamente solo i primi cinquanta metri e indirettamente fino a circa centocinquanta-duecento metri, grazie a tecnologie avanzate, ma anche molto costose". Questa situazione evidenzia la necessità di un’educazione ambientale continua, capace di promuovere consapevolezza e responsabilità condivisa tra tutti gli attori coinvolti.
Un punto cruciale, spiega Mancuso, è stabilire un ponte tra la società civile e il mondo della ricerca. Comunicare non solo ciò che sappiamo, ma anche ciò che rimane sconosciuto, "porta alla luce dubbi e lacune, spingendo la società civile e le imprese a sostenere la ricerca. Più sappiamo, più siamo consapevoli di quello che fino al giorno prima magari facevamo semplicemente non sapendo".
L’educazione alla complessità è un altro punto cruciale. I sistemi naturali, ricorda Mancuso, funzionano proprio grazie alla loro complessità: comprendere questa caratteristica fondamentale può guidare verso scelte più responsabili, sia da parte dei singoli cittadini sia da parte dei decisori politici.
Le sfide dell’educazione ambientale
Per le comunità locali, soprattutto quelle costiere, l’educazione ambientale è uno strumento essenziale per trasformare sfide in opportunità. Tuttavia, non si sta ancora facendo abbastanza: "Per molto tempo abbiamo pensato che ecologia ed economia fossero due cose separate. Ora stiamo capendo che non c’è economia senza ecologia, ma in certi ambiti questa consapevolezza fatica ancora a radicarsi", sottolinea Mancuso.
Modelli di successo, come la pesca responsabile o il turismo sostenibile, dimostrano che le comunità possono diventare esempi virtuosi. Quando questo avviene, la divulgazione e la comunicazione possono amplificarne i benefici, generando crescita per tutti.
Anche il sistema educativo gioca un ruolo chiave. Al momento, però, l’educazione al mare è quasi assente dai programmi scolastici. Mancuso sostiene che dovrebbe essere un cardine per tutte le scuole, non solo per quelle situate lungo le coste: "Dobbiamo fornire ai giovani gli strumenti per adattarsi ai profondi cambiamenti che li attendono". Percorsi strutturati, come vere e proprie "scuole del mare", potrebbero formare professionisti capaci di affrontare le sfide della blue economy e creare nuove opportunità economiche.
Le imprese, infine, possono svolgere un ruolo determinante. Investendo in progetti condivisi con le comunità locali e promuovendo pratiche sostenibili, possono integrare ecologia ed economia in un rapporto virtuoso. "Se un investimento sul territorio diventa anche una strategia di comunicazione, i benefici si moltiplicano", afferma Mancuso. Questa sinergia non solo rafforza l’immagine aziendale, ma favorisce la sostenibilità economica e ambientale.
Un modello di successo: le aree marine protette
Un esempio concreto è quello delle aree marine protette, dove la tutela dell’ambiente si traduce in benefici economici tangibili. La Smart Bay nello spezzino è un caso emblematico: un tratto di costa dedicato esclusivamente alla ricerca e alla sensibilizzazione. Qui, attività come il turismo responsabile e il diving dimostrano che la conservazione può andare di pari passo con lo sviluppo economico.
L’educazione ambientale non è solo conoscenza, ma uno strumento per costruire un futuro più sostenibile. Che si tratti di comunità locali, scuole o aziende, ognuno può contribuire a valorizzare il patrimonio marino, trasformando il mare inesplorato in una risorsa protetta e fonte di nuove opportunità.