Per affrontare le sfide energetiche, ambientali e climatiche dell’Africa, tutelandosi dai rischi legati all’insicurezza idrica e alimentare, è necessario procedere insieme, attraverso il dialogo e la collaborazione: questo il messaggio emerso al quinto Forum Africa Green Growth, che si è svolto a Ecomondo 2025. A confrontarsi sono state istituzioni italiane, organismi internazionali, governi africani ed imprese attive sul continente, che hanno discusso di accesso all’energia, investimenti sostenibili e nuove forme di cooperazione.
Una collaborazione, che <<non può più essere letta solo in chiave solidaristica, ma che va vista come partnership strategica per la transizione energetica globale>>, ha sottolineato Fabio Fava, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, spiegando che Italia, Europa e Africa devono muoversi come partner paritari, condividendo tecnologie e know-how, per favorire sviluppo e crescita reciproca.
L’evento si è concentrato soprattutto sull’allineamento tra il Piano Mattei e Mission 300: il primo è il piano di interesse nazionale varato dal Governo italiano nel 2024, con l’obiettivo di promuovere un nuovo modello di cooperazione, basato sullo sviluppo reciproco, sulla prosperità condivisa e sull'azione congiunta per la resilienza climatica, con il coinvolgimento di diversi settori, dall’energia alla formazione, dall’agricoltura all’acqua, dalla salute alle infrastrutture; il secondo è il programma multilaterale promosso da World Bank e African Development Bank, che punta a portare elettricità a 300 milioni di persone nell’Africa subsahariana entro il 2030.
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Il ruolo dell’Italia con il Piano Mattei
<<L’Italia ha aderito fin dall’inizio a Mission 300, assumendo un ruolo attivo nella definizione delle diverse roadmap nazionali per l’elettrificazione. Il governo ha già deliberato 200 milioni di euro, attraverso il Fondo Italiano per il Clima, e per i prossimi mesi sta finalizzando interventi per ulteriori 500 milioni circa>>, ha spiegato il Consigliere Fabio Massimo Ballerini, Direttore Task Force Piano Mattei - Presidenza del Consiglio dei Ministri. <<Gli interventi prioritari riguardano Mozambico, Sudafrica e a breve Costa d’Avorio, mentre nuove opportunità si stanno aprendo nel quadro del Global Gateway>>, la strategia Ue volta a promuovere collegamenti intelligenti, puliti e sicuri nei settori del digitale, dell'energia e dei trasporti e a rafforzare i sistemi della sanità, dell'istruzione e della ricerca in tutto il mondo.
Il Piano Mattei è uno strumento che sta cambiando le modalità della presenza italiana in Africa. <<Il partenariato pubblico-privato è un concetto importante in questi tempi di democrazia ibrida, in cui i diversi attori rappresentano ognuno l’anello indispensabile di una catena>>, ha proseguito Fabrizio Lobasso, Ministro Plenipotenziario, Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese - Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. <<In quest’ottica le missioni di sistema sono uno strumento efficace: non devono essere per forza di tipo politico, ma possono essere anche di tipo tecnico-istituzionale, in modo da offrire maggiore elasticità a livello di agenda e organizzazione. Fondamentale è il valore dell’interculturalità, ovvero la capacità di vedere la realtà con gli occhi dell’altro, mentre va superato lo stereotipo che vorrebbe l’Italia limitata a settori tradizionali: oggi il nostro Paese è impegnato in campi innovativi, come rinnovabili, agri-tech, digitalizzazione e filiere green>>.
L’Italia, attraverso il MASE (Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica), supporta anche altri progetti internazionali, come l'Energy Sector Management Assistance Programme (ESMAP), un programma globale della Banca Mondiale per aiutare i paesi a basso e medio reddito a sviluppare soluzioni energetiche sostenibili, e l’iniziativa 3DEN, in collaborazione con l’International Energy Agency (IEA) e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), che favorisce la diffusione di tecnologie digitali per ottimizzare la produzione, la distribuzione e il consumo di energia.
Mission 300: l’elettricità è un diritto
A entrare nei dettagli di Mission 300 è stato Robin Hendrix (World Bank Group), che ha ricordato come <<600 milioni di africani abbiano ancora abitazioni sprovviste di elettricità, quindi senza luce, letteralmente al buio, e senza l’energia necessaria per raffrescare i farmaci o mandare avanti le aziende. Non è un lusso, è questione di dignità>>.
Dal lancio del programma, il 50% della popolazione target coinvolta ha ricevuto accesso all’elettricità. <<Mission 300 non è un sussidio, ma un partenariato equo, affidabile e paritario, che mobilita pubblico e privato per una crescita resiliente. Da un lato abbiamo bisogno della finanza pubblica per abbattere il rischio, dall’altro dei privati per fare lo scale up. In questo entra in gioco l’Italia con il piano Mattei>>.
Come ha ricordato Davinah Milenge Uwella (African Development Bank), <<l’Africa dispone del 70% del potenziale solare globale e l’energia è ormai leva essenziale per favorire sviluppo industriale, occupazione giovanile, innovazione e riduzione delle migrazioni forzate>>. Migliorare l'accesso all'energia per queste comunità significa avere acqua pulita e servizi igienico-sanitari, ma anche stimolare lo sviluppo rurale attraverso la meccanizzazione agricola, la lavorazione a valore aggiunto e la crescita di una filiera locale sostenibile.
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Costa d’Avorio: un Paese in forte crescita
Un focus sulla Costa d’Avorio, la prima economia dell’Africa occidentale grazie alle sue risorse minerarie e petrolifere, è stato proposto da Gustave Aboua, Ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile di questo Paese, che punta a ridurre del 30% le emissioni entro il 2040 e a costruire 10 centrali solari (9 onshore e 1 offshore). <<Abbiamo messo a punto comitati e norme ad hoc per far sì che gli investimenti non siano rischiosi, ma siano garantiti da un quadro istituzionale. Vogliamo offrire alle aziende totale sicurezza legale e operativa>>.
Partnership e investimenti: strumenti e opportunità
Numerosi sono gli attori economico-finanziari italiani ed europei impegnati nel continente africano, tra cui Confindustria Assafrica, RES4Africa, CDP, SACE, Simest, così come le PMI che si avvicinano al continente, affiancandosi ai grandi gruppi già presenti. In questo quadro di cooperazione Europa-Africa, la Banca europea per gli investimenti (BEI) si sta sempre più configurando come banca del clima dell’Unione europea, con un mandato che coniuga transizione energetica, competitività industriale e resilienza delle comunità più esposte agli impatti climatici.
<<Nel 2024 la BEI ha investito 8,4 miliardi di euro fuori dall’UE, di cui circa 2 miliardi nell’Africa subsahariana, principalmente in finanza verde ed energia pulita>>, ha sottolineato Roberto Rando. <<Nel quadro del Global Gateway, la BEI combina prestiti, garanzie e grant di investimento, gestendo circa il 70% delle garanzie di bilancio europee per ridurre il rischio dei capitali>>. Tra gli esempi citati, un progetto in Mauritania per la realizzazione di 600 km di linee di trasmissione ad alta tensione e il programma DESIREE, che in Madagascar sostiene l’elettrificazione di abitazioni, PMI, scuole e ospedali attraverso mini-grid solari. “Perché la transizione energetica non riguarda solo la produzione di energia, ma anche reti, accesso e inclusione”.
Un articolo scritto da Maria Carla Rota
Questo blog è un progetto editoriale sviluppato da Ecomondo con Materia Rinnovabile
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22/12/2025