Mentre la sicurezza energetica e gli obiettivi climatici ridisegnano le alleanze globali, Italia e Algeria approfondiscono la loro partnership su due fronti chiave: energia e agricoltura. Dai gasdotti per il trasporto di gas naturale e idrogeno, ai grandi parchi solari, fino alla produzione di grano, la cooperazione si basa su legami di lunga data, con una rinnovata enfasi sulla diversificazione energetica e la sicurezza alimentare.
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Petrolio e gas
Il gigante energetico italiano Eni ha firmato a luglio un accordo da 1,35 miliardi di dollari con la società statale algerina Sonatrach per espandere l'esplorazione e la produzione di petrolio e gas. Nell'arco di 30 anni, le due società mirano a recuperare 415 milioni di barili equivalenti di petrolio, inclusi 9,3 miliardi di metri cubi di gas naturale. Questo accordo arriva pochi mesi dopo che Eni ha annunciato un investimento da 8 miliardi di euro in Algeria per i prossimi 4 anni per contribuire ad aumentare la produzione energetica.
L'Algeria è un partner naturale per Eni, data la sua vicinanza geografica e la forte dipendenza dalle esportazioni di idrocarburi, un pilastro fondamentale della sua economia, che la espone alla volatilità del mercato globale. L'accordo è anche in linea con gli sforzi dell'Italia per diversificare le importazioni di gas dalla Russia, che sono diminuite dal 40% nel 2021 al 19% entro il 2022. Mentre l'UE spinge verso la neutralità carbonica entro il 2050, l’Algeria - attualmente il terzo fornitore di gas dell'Europa dopo Russia e Norvegia - deve affrontare rischi crescenti che le sue risorse di gas diventino stranded o locked-in.
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Idrogeno verde ed energie rinnovabili
Allo stesso tempo, l'Italia e l'Algeria stanno gradualmente ampliando la cooperazione nel settore dell'idrogeno verde, con l’obiettivo di allinearsi alla transizione energetica. Un'iniziativa di punta è l'ambizioso Corridoio SoutH2, un gasdotto per l'idrogeno lungo 3.300 km, che collegherà il Nord Africa all'Italia, all'Austria e alla Germania. Sebbene sia ancora in fase embrionale, dopo una lettera di intenti firmata all'inizio di quest'anno, il progetto segna una svolta verso relazioni energetiche più pulite. Tuttavia, i critici avvertono che le infrastrutture su larga scala incentrate sulle esportazioni di idrogeno potrebbero ostacolare la transizione verde interna dell'Algeria, soprattutto perché circa i tre quarti dei 40 TWh all'anno di idrogeno da produrre entro il 2040 - questo l'obiettivo dell'Algeria - sarebbero destinati alle esportazioni.
Il gasdotto per l'idrogeno non è l'unico collegamento previsto tra i due paesi. L'anno scorso, l'Algeria e l'Italia hanno firmato un memorandum d'intesa per lo sviluppo di un cavo sottomarino ad alta tensione da 2 GW, con l'obiettivo di collegare direttamente le loro reti elettriche entro il 2030. Conosciuta come progetto MedLink, l'iniziativa si concentrerà sull'esportazione di energia rinnovabile, dato che l'Algeria sta aumentando gli investimenti in questo settore emergente, che secondo le previsioni dovrebbe soddisfare fino all'8% del fabbisogno elettrico dell'Italia.
L'Italia ha inoltre espresso interesse a sostenere le ambizioni dell'Algeria in materia di energie rinnovabili, dato che quest’ultimo Paese mira a ricavare il 30% del proprio mix energetico nazionale, pari a circa 15 GW, da fonti rinnovabili entro il 2035. Nel 2023, ad esempio, un'azienda italiana ha presentato una proposta per sviluppare l'impianto solare da 1 GW progettato da Sonelgaz. Nello stesso anno, una delegazione dell'azienda italiana Zhero ha incontrato il ministro dell'Energia algerino, Mohammed Arkab, per discutere una potenziale collaborazione su progetti di energia solare e idrogeno verde.
Le ambizioni energetiche dell'Algeria vanno oltre le esportazioni. Il Paese prevede di produrre idrogeno blu all'estero, con progetti proposti in Italia. Nel 2023 Sonatrach e la società petrolchimica sudafricana Sasol hanno avviato discussioni per sviluppare impianti di produzione di idrogeno a basse emissioni di carbonio e di gas sintetico in Sicilia, dotati di tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio.
Business Forum Italia-Algeria
Agricoltura
Parallelamente al rafforzamento dei legami energetici, anche l'agricoltura è emersa come pilastro fondamentale della cooperazione tra Italia e Algeria. Nel luglio 2024 il ministro dell'Agricoltura algerino Youcef Cherfa ha firmato un accordo da 420 milioni di euro (455 milioni di dollari) con l'azienda agroindustriale italiana Bonifiche Ferraresi (BF) per rafforzare la sicurezza alimentare e l'autosufficienza agricola. L'accordo prevede la conversione di 36.000 ettari a Timimoun, nell'Algeria centro-meridionale, in terreni agricoli per la coltivazione di grano, legumi e altri prodotti di base, con il 49% dei finanziamenti provenienti dal fondo di investimento algerino e il resto da BF. L'accordo fa parte di un piano più ampio dell'Algeria per bonificare 500.000 ettari nel sud del Paese e aumentare la coltivazione di cereali del 18% con il sostegno internazionale. Il progetto è stato definito il più grande investimento italiano nell'agricoltura sostenibile in Nord Africa.
Con il sostegno del colosso finanziario italiano SIMEST, BF si è anche assicurata una concessione di 800 ettari nel sud-est dell'Algeria per la coltivazione di cereali e semi oleosi, con l'intenzione di espandersi alla coltivazione di olive e frutta. Circa il 30% della produzione è destinato all'esportazione in Italia, anche se l'Algeria è uno dei principali importatori mondiali di grano tenero, a causa del peggioramento delle condizioni di siccità, aggravate dai cambiamenti climatici. Essendo uno dei paesi con maggiore stress idrico a livello globale, soddisfa meno di un terzo della soglia di disponibilità idrica pro capite fissata dalla Banca Mondiale. Il rafforzamento della produzione agricola interna algerina è in linea con l'obiettivo del paese di ridurre del 25% la spesa annuale per l'importazione di prodotti alimentari, pari a 10 miliardi di dollari.
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Piano Mattei
Entrambi i progetti rientrano nel Piano Mattei da 5,5 miliardi di euro, lanciato dal primo ministro Giorgia Meloni nel 2024 per approfondire i legami diplomatici ed economici con il continente africano in diversi settori. In Algeria, l'attenzione in campo agricolo si concentra sull'agricoltura adattata al deserto, insieme a tecniche rigenerative, uso efficiente dell'acqua, ripristino degli ecosistemi e investimenti in infrastrutture agricole, come pozzi, impianti di stoccaggio e di trasformazione. Anche la formazione e la ricerca per il trasferimento di conoscenze e lo sviluppo della forza lavoro sono elementi importanti del partenariato.
Ad esempio, il progetto Timimoun prevede la perforazione di pozzi e la semina di cereali, mentre l'Italia fornirà sostegno per la costruzione di un centro di ricerca e formazione professionale vicino a Sidi Abdellah, incentrato sulle scienze agrarie applicate, che offrirà formazione professionale ai giovani algerini, sia a livello locale che, potenzialmente, in Italia.
Sebbene l'Algeria possa trarre vantaggio dagli investimenti italiani nell'energia e nell'agricoltura, è fondamentale fare in modo che gli obiettivi di esportazione non prevalgano sulle esigenze locali, soprattutto perché il Paese deve affrontare lo stress climatico e la vulnerabilità economica legata alla sua dipendenza dal petrolio e dal gas.
La continua espansione degli idrocarburi rischia di lasciare le risorse inutilizzate con l'accelerazione della transizione globale verso l'economia verde. Allo stesso modo, gli investimenti agricoli devono dare priorità alla sicurezza alimentare interna, considerato il basso contributo dell'Algeria alle emissioni globali e la sua elevata esposizione agli impatti climatici, a differenza dell'Italia, il cui gigante petrolifero a partecipazione statale Eni da solo rappresenta circa lo 0,46% delle emissioni globali storiche.
Articolo scritto da Wisam Farouk
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PUBBLICAZIONE
12/08/2025