La plastica, un materiale versatile e impiegato in diversi campi, rappresenta tuttavia un grande problema ambientale se smaltita in modo scorretto. Il recupero, riciclo e la creazione di nuovi materiali partendo dalla plastica è una pratica ormai consolidata, ma i margini di miglioramento del settore sono ancora ampi.


La plastica: per anni è stata utilizzata senza preoccuparsi di come venisse smaltita a fine uso. 
Nel tempo ci si è accorti però di come i rifiuti di questo materiale rimangano in ambiente per decenni, accumulandosi, frammentandosi e diventando un grosso problema anche per la salute umana. Nell'era della green economy si studia come trasformare questo rifiuto in risorsa (semplificando tipologie e modi d’impiego). Gli indirizzi operativi da parte dell'Unione Europea ci sono, sarà indispensabile lavorare per concretizzarli.
 

Un rifiuto difficile da smaltire

Secondo i dati UNEP circa il 36% di tutta la plastica prodotta viene utilizzata negli imballaggi, compresi i prodotti in plastica monouso per contenitori di alimenti e bevande, di cui circa l'85% finisce in discarica o come rifiuto non regolamentato.  

Dei sette miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti finora a livello globale, meno del 10% è stato riciclato. Il che significa che milioni di tonnellate di rifiuti di plastica sono persi nell'ambiente o spediti per migliaia di chilometri verso destinazioni dove vengono per lo più bruciati o scaricati. La perdita annuale stimata del valore dei rifiuti d’imballaggio in plastica durante la sola selezione e lavorazione è di 80-120 miliardi di dollari.

Le materie plastiche sono formate da polimeri, grandi molecole fatte di carbonio e altri elementi.

Non esiste solo un tipo di plastica ma una quantità enorme di polimeri con caratteristiche diverse a seconda degli usi che sono destinate ad avere, che richiedono metodi differenti di riciclo. In base al tipo di polimero da cui sono composte possiamo individuare due grandi macro categorie di plastica:

  • termoplastiche,
  • plastiche termo indurenti.


Le termoplastiche, il cui sottoinsieme è composto da 6 famiglie di polimeri, sono plastiche riciclabili costituite da polimeri caratterizzati da catene lineari o poco ramificate, per cui è sufficiente aumentare la temperatura per portarli ad uno stato viscoso e poterli quindi formare. Grazie al raffreddamento, tornano poi ad essere rigidi (PET, HDPE, PVC O V, LDPE, PP, PS).

Le plastiche termoindurenti sono invece particolari polimeri che, una volta prodotti, non possono essere fusi senza andare incontro a degradazione chimica, conosciuta anche come "carbonizzazione", queste famiglie di polimeri non sono riciclabili ma in genere vengono avviate a termovalorizzazione. 
 


La dispersione della plastica nell'ambiente: un problema ecologico e per la salute umana

Uno dei maggiori problemi legati al mancato riciclo della plastica è la sua dispersione nell'ambiente, in particolare nei corpi acquatici sotto forma di macro frammenti, oggetti e microplastiche ovvero frammenti di dimensione inferiore ai 5 mm.

Gli studi per arginare e recuperare la plastica dall'ambiente si stanno focalizzando in particolare sulle microplastiche e sulla dispersione delle plastiche nei corpi idrici. In questo settore la ricerca lavora sia sulla prevenzione che sui sistemi di recupero e riciclo della plastica già presente negli ambienti.

Le plastiche (che hanno un tempo di degrado anche di oltre 600 anni) disperse nell'ambiente, frammentandosi in piccole parti, si diffondono facilmente attraendo e assorbendo sostanze inquinanti (es: pesticidi, fertilizzanti, inquinanti provenienti da scarichi industriali, detersivi e cosmetici).

La presenza delle plastiche in ambiente marino implica diversi problemi:

può ferire, spesso mortalmente la fauna, ed essere un problema per la navigazione, poiché possono rimanere impigliate nelle eliche e nei timoni.

Il tema più delicato rimane inoltre l’inserimento nella catena alimentare: pesci, anfibi, uccelli marini e mammiferi possono ingoiare plastica sotto forma di pezzetti scambiandoli per cibo o possono essere ingeriti sotto forma di microplastiche.

Questo può recare problemi al tratto intestinale, portando l’individuo alla malnutrizione e all’occlusione dello stomaco e delle vie aeree. Le sostanze chimiche assorbite dalla plastica, inoltre, entrano nei tessuti dell’organismo e vanno ad agire a livello ormonale e non solo.

Le microplastiche entrano nel sistema corporeo umano anche attraverso la catena alimentare o per inalazione, ingerimento e assorbimento attraverso la pelle, causando problemi di salute.


Benefici del riciclo della plastica

Riciclare la plastica, come per gli altri materiali, significa creare benefici di natura economica e ambientale.

  • A livello economico implica il risparmio di risorse e materie prime, a livello ambientale significa ridurre le emissioni di CO2 e di altri inquinati.
  • Le emissioni infatti sono causate non solo dalla produzione della plastica ma anche dall'estrazione e trasporto delle materie prime, e dallo smaltimento dei rifiuti.
  • Non conferire in discarica implica inoltre la riduzione del consumo di suolo.
  • Contrastare l’abbandono dei rifiuti e ridurre la dispersione nell'ambiente, ha ricadute positive sulle catene alimentari e sulla salute umana.
  • Il riciclo alimenta una filiera virtuosa che, partendo dalle attività di recupero e riciclo, crea valore e occupazione.


La produzione e il riciclo in Europa

Secondo i dati dell'Unione Europea nel nostro continente ogni anno si generano 26 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30% viene raccolto per essere riciclato. Una parte viene esportata per essere smaltita da paesi terzi mentre il resto va in discarica, viene incenerito oppure, nel peggiore dei casi, non viene raccolto e finisce per disperdersi nell'ambiente, inquinando soprattutto foreste, spiagge, fiumi e mari.

La termovalorizzazione è ancora oggi il modo più usato per smaltire i rifiuti di plastica, seguito dal riciclaggio. Il 25% circa dei rifiuti in plastica generati viene smaltito in discarica.

Metà della plastica raccolta per il riciclaggio viene esportata per essere trattata nei paesi al di fuori dell’UE. I motivi di quest'ultima pratica includono la mancanza di strutture, di tecnologia o di risorse finanziarie adeguate a trattare localmente i rifiuti e questo provoca gravi perdite economiche.

Uno degli obiettivi della strategia per contrastare i rifiuti di plastica dell'unione è quello di rendere tutti gli imballaggi di plastica riutilizzabili o riciclabili entro il 2030. Gli eurodeputati hanno approvato una risoluzione non vincolante che impone un livello minimo di contenuto di plastica riciclata per alcuni prodotti di plastica e al contempo stabilisce degli standard qualitativi per la plastica riciclata.


Le strategie dell'Unione Europea per migliorare la filiera della plastica

L'Unione Europea nella sua strategia per la plastica mette al centro prevenzione e riciclo. Negli ultimi anni abbiamo progressivamente visto che la plastica è stata sostituita, soprattutto nel settore usa e getta, da materiali più riciclabili compostabili o beni durevoli ma questo non è sufficiente. Eliminare la plastica dal mercato non è possibile, è quindi necessario migliorarne il tasso di riciclo. Sarà quindi necessario in futuro adottare una visione strategica dell'economia della plastica. Lo scrive la Commissione nella comunicazione al Parlamento Europeo, al consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato Delle Regioni del 16 gennaio 2018 Strategia europea per la plastica nell'economia circolare.

Secondo l'Unione Europea nei prossimi anni sarà necessario:

  • migliorare la progettazione e sostenere l'innovazione per rendere più semplice ed economico il riciclaggio della plastica e dei prodotti di plastica;
  • sostituzione o graduale eliminazione delle sostanze che ostacolano i processi di riciclaggio.
  • ampliare e migliorare la raccolta differenziata dei rifiuti di plastica per garantire all'industria del riciclaggio fattori produttivi di qualità;
  • potenziare e modernizzare la capacità di selezione dei rifiuti e riciclaggio dell'UE;
  • cessare l'esportazione dei rifiuti di plastica;
  • consolidamento del mercato della plastica riciclata e innovativa creando mercati circolari e sostenibili;
  • sviluppare e utilizzare maggiormente materiali innovativi e materie prime alternative più sostenibili per la produzione della plastica.


In questo quadro anche i cittadini e le amministrazioni ricoprono un ruolo importante per cui sarà necessario:

  • una maggiore consapevolezza della necessità di evitare sprechi da parte dei cittadini;
  • una migliore progettazione dei beni, nuovi modelli imprenditoriali e prodotti innovativi in grado di offrire modelli di consumo più sostenibili;
  • soluzioni circolari sul tema plastica da parte delle aziende che dovranno cercare di fornire soluzioni, come la logistica di ritorno per gli imballaggi, o alternative alla plastica monouso;
  • sistemi efficaci di raccolta dei rifiuti, associati alla riduzione della produzione di rifiuti e alla maggiore consapevolezza dei consumatori, consentono di evitare che i rifiuti vengano lasciati in giro e garantiscono il loro adeguato trattamento;
  • una significativa riduzione dei rifiuti marini generati da fonti marittime come navi, pesca e acquacoltura;
  • sviluppo di soluzioni innovative per impedire che la microplastica finisca in mare anche attraverso studi specifici sulle modalità di dispersione e sulla salute umana;
  • collaborazione tra industria e autorità pubbliche per evitare che la plastica finisca nell'ambiente;
  • assunzione da parte dell'UE di un ruolo guida in una dinamica mondiale, coinvolgimento e cooperazione dei paesi per arrestare il flusso della plastica che finisce negli oceani e adozione di misure correttive per i rifiuti di plastica già accumulati;
  • un’ampia diffusione di migliori prassi, miglioramento delle conoscenze scientifiche, mobilitazione dei cittadini e sviluppo - da parte di innovatori e scienziati - di soluzioni applicabili in tutto il mondo.
     


Da rifiuto a risorsa: gli utilizzi delle materie derivante dalla plastica riciclata

Dall'arredamento all'automotive: i campi di applicazione sono vari e dipendono dal tipo di polimero. Le tecnologie di riciclo oggi a disposizione permettono di ottenere materie partendo dai diversi polimeri con caratteristiche pressoché equivalenti al polimero vergine, anche se mai perfettamente identiche.

I campi di applicazione sono piuttosto vari e dipendono dal tipo di polimero, dalle sue caratteristiche fisico-meccaniche e in alcuni casi dalle normative. Il riciclo dei polimeri è prevalentemente un riciclo “aperto”, ovvero attraverso la materia recuperata si realizza qualcosa di diverso dal bene da cui si è partiti.

Le materie recuperate a matrice poliolefinica (HDPE, LDPE e PP) trovano vasto impiego nella realizzazione di:

  • manufatti per l’edilizia: tubi, interruttori, canaline;
  • arredamento: componenti per sedie e mobili;
  • automotive: componenti stampati;
  • agricoltura: tubi per irrigazione, vasi;
  • imballaggi: cassette e flaconi per detersivi e detergenza domestica, pallet.


Con la matrice poliolefinica mista si ottiene inoltre l’SRA (Secondary Reducing Agent), utilizzato nelle acciaierie in sostituzione del Coke metallurgico, nel doppio ruolo di combustibile e di agente riducente nelle reazioni di ossidazione dei minerali ferrosi.

Le materie recuperate di PET sono largamente utilizzate nel campo delle “fibre”, del tessuto-non-tessuto e del fiocco, da cui si realizzano - per citare solo le applicazioni più note - tessuti industriali, imbottiture, pile, tappeti, moquette.

Grazie alla nuova normativa entrata in vigore a gennaio 2021, l’utilizzo di bottiglie e vaschette ad uso alimentare in PET riciclato RPET fino al 100% è adesso possibile.
 

Lo studio sul riciclo in Italia dell'IPPR

Secondo uno studio commissionato da IPPR Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo a Plastic Consult e pubblicato nello scorso Giugno 2003, terminata la fase pandemica, l'anno scorso i volumi di plastiche riciclate trasformate in Italia sono cresciuti di circa 50.000 tonnellate (+4%), raggiungendo 1,327 milioni di ton, per il 71% post-consumo e il restante 29% da sfrido industriale (pre-consumo). Poco più del 20% di riciclato entra nei prodotti rispetto al materiale vergine. La situazione non è però omogenea: si va dal 28% del PET (grazie soprattutto a bottiglie e imballaggi) al 12% del PVC, con quote intorno al 20% per le poliolefine. Lo studio auspica una spinta dagli obiettivi di recupero e riciclo europei, così come dai CAM nazionali e dagli impegni volontari dei grandi marchi. Dovrebbero giocare a favore di un maggior uso di riciclati anche le nuove frazioni della raccolta differenziata, come vaschette PET, o imballaggi in polistirene compatto.

É prevista in aumento anche la disponibilità di materiale post-consumo rigido (soprattutto PP e miste) con qualità superiore e più costante, idonea ad applicazioni anche tecniche. Sono destinate invece a creare problemi alle fiere, il possibile ulteriore rinvio o la cancellazione della plastics tax nazionale, come pure una contrazione della domanda di rigenerati a livello europeo e - soprattutto - il declino delle quotazioni delle plastiche vergini, dinamica che si scontra con la rigidità dei prezzi dei riciclati.

IPPR - Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo nasce in Italia nel 2004 con lo scopo di dare visibilità a tutte le aziende produttrici e distributrici di plastiche da riciclo e relativi manufatti creando un incontro tra domanda e offerta nell’ambito degli acquisti verdi (GPP – Green Public Procurement) sia tra aziende private sia tra aziende e Pubblica Amministrazione.

IPPR è anche il creatore della certificazione PSV Plastica Seconda Vita marchio: che certifica materiali e i manufatti ottenuti dalla valorizzazione dei rifiuti plastici garantendone qualità e rintracciabilità.

 

Bibliografia

- Parlamento Europeo, 2023, Rifiuti di plastica e riciclaggio nell’UE: i numeri e i fatti

- Commissione Europea, 2018, Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, Strategia europea per la plastica nell'economia circolare

- Parlamento Europeo, 2018, Relazione su una strategia europea per la plastica nell'economia circolare 

- ECOLIGHT, 2022, Da film industriale a sacchi per la spazzatura: la filiera circolare dei rifiuti in plastica 

- ECOLIGHT, 2022, La seconda vita del polietilene riciclato: la progettualità circolare arriva su Il Sole24Ore 

- ECOLIGHT, 2022, Plastica, cresce la produzione ma il riciclo è fermo al 9% 

- COREPLA, Applicazioni della plastica riciclata

- COREPLA, 2003, Plastiche riciclate in Italia, consumi in crescita

IPPR 

- Ecomondo blog, 2022, Inquinamento da plastica in mare cause, conseguenze e soluzioni 

- Erion, 2023, Responsabilità estesa del produttore per la gestione dei rifiuti dei prodotti del tabacco: contro il littering fondamentali sensibilizzazione e azione congiunta degli attori della filier

Archeoplastica