Alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici, l'acqua è sempre più una risorsa limitata anche nel nostro continente. Il suo utilizzo in agricoltura, industria, turismo, trasporti e energia, oltre che per soddisfare il fabbisogno primario umano, genera pressioni e la rende un bene indispensabile. La corretta gestione delle reti e l'inserimento nelle politiche per lo sviluppo sostenibile che tengano conto anche della valutazione dei rischi legati ai cambiamenti climatici diventano indispensabili.

É sempre più chiaro che, con gli effetti dei cambiamenti climatici e la crescente pressione antropica, anche nel continente europeo l'acqua non è più un bene scontato. Deve essere quindi protetta e utilizzata in maniera sostenibile, in termini sia di qualità sia di quantità.

La corretta gestione delle reti di approvvigionamento, in questo contesto, diventa uno dei temi prioritari per le politiche europee e nazionali anche nei contesti di sviluppo sostenibile.
Fondamentale è quindi:

  • il monitoraggio delle fonti e della risorsa per studiarne lo stato di qualità e la quantità disponibile;
  • il monitoraggio delle reti per prevenire le perdite, valutare lo stato della rete e gli interventi necessari;
  • la tutela della qualità del bene (prevenzione dall'inquinamento);
  • la lotta allo spreco (sia in ambito agricolo ed industriale che in ambito urbano e domestico);
  • il recupero, trattamento, riuso delle acque piovane e delle acque reflue.

 

IL CONTESTO EUROPEO

Le politiche europee sin dalla Direttiva quadro sulle acque (direttiva 2000/60/CE) e con il Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee (2012) sono state indirizzate anche in questi ambiti. Le revisioni delle direttive hanno inoltre introdotto parametri per aumentare la circolarità del servizio idrico integrato, favorire una maggiore attenzione alla depurazione e al riuso delle acque reflue.


LA DIRETTIVA SULL'ACQUA POTABILE (DIRETTIVA 2020/2184)

Cosa prevede:

  • stabilisce nuovi requisiti minimi di qualità dell’acqua potabile in tutta l’Unione Europea;
  • fissa valori limite per nuove sostanze e promuove l’uso di tecniche di trattamento dell’acqua più sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico;
  • si applica a tutte le reti di distribuzione dell’acqua potabile;
  • mira a garantire che l’acqua potabile sia sicura e di alta qualità in tutta l’Unione Europea;
  • introduce requisiti uniformi anche per i materiali a contatto con le acque potabili, compresi i sistemi di tubature in plastica.

 

Le acque reflue urbane sono una delle principali fonti di inquinamento idrico, se non vengono raccolte ed adeguatamente trattate.

La Direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991 sul trattamento delle acque reflue urbane, stabilisce i requisiti minimi per la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane, introduce controlli sullo smaltimento dei fanghi di depurazione e richiede di eliminare gradualmente lo scarico dei fanghi in mare.

Nell'ottobre 2022 la Commissione Europea ha adottato una proposta di revisione della direttiva, adeguandola alle norme più recenti. La revisione mira a:

  • ridurre l'inquinamento, il consumo di energia e le emissioni di gas serra del trattamento delle acque reflue;
  • migliorare la qualità dell'acqua riducendo ulteriormente l'inquinamento residuo delle acque reflue urbane;
  • migliorare l'accesso ai servizi igienico-sanitari soprattutto per i cittadini più vulnerabili ed emarginati;
  • far pagare all'industria il trattamento dei microinquinanti;
  • richiedere ai paesi dell'UE di monitorare gli agenti patogeni nelle acque reflue;
  • rendere più circolare il settore.

 

Nel 2012 la Commissione ha presentato il Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee, una strategia a lungo termine volta a garantire un approvvigionamento idrico adeguato sul piano qualitativo e quantitativo per tutti gli usi legittimi, migliorando l'attuazione della politica vigente dell'UE in materia di acque, integrandone gli obiettivi all'interno di altre politiche settoriali e colmando le lacune del quadro esistente. Tale piano prevede che gli Stati Membri stabiliscano degli obiettivi in materia di contabilità delle acque e di efficienza idrica e che siano elaborati degli standard per il riutilizzo delle acque.
 

 

IN ITALIA

Dai dati ISTAT e dalla ricerca contenuta nel Blue Book di Fondazione Utilitatis, la criticità maggiore riguarda soprattutto le perdite della rete di distribuzione e quindi l'ammodernamento dell’infrastruttura. Il PNRR interviene in questo settore portando investimenti sia nel settore di approvvigionamento che di modernizzazione della rete iridica.
 

PRELIEVI E CRITICITÀ DELLA RETE IN ITALIA

Le statistiche dell'ISTAT sull'acqua anni 2020 – 2022 descrivono un quadro della rete e dei prelievi. In particolare il volume di acqua per uso potabile prelevato per impieghi domestici, pubblici, commerciali, artigianali, industriali e agricoli che rientrano nella rete comunale nel 2020 è di 9,19 miliardi di metri cubi, da cui si evince:

  • Italia si conferma al primo posto tra i Paesi UE per la quantità di acqua dolce complessivamente prelevata per uso potabile (155 metri cubi annui per abitante);
  • il 27,9% dei volumi prelevati nel 2020 è sottoposto alla potabilizzazione per la rimozione delle sostanze contaminanti (come nel caso della filtrazione) e il restante 72,1% alla disinfezione o non subisce alcun trattamento;
  • nel 2020, sono stati immessi nelle reti di distribuzione 8,1 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile (373 litri per abitante al giorno);
  • a causa delle dispersioni in distribuzione, agli utenti finali sono erogati complessivamente 4,7 miliardi di metri cubi di acqua per usi autorizzati (215 litri per abitante al giorno);
  • il volume erogato è il 51,0% del volume prelevato;
  • nel 2020, il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua, calcolato come differenza tra i volumi immessi in rete e volumi erogati, al 42,2% dell’acqua immessa in rete;
  • in riferimento all’acqua prelevata dalle fonti di approvvigionamento, le perdite idriche totali in distribuzione rappresentano una quota pari al 37,2%;
  • nel 2020 circa nove abitanti su dieci (88,7% dei residenti) sono allacciati alla rete fognaria pubblica, indipendentemente dalla disponibilità di impianti di trattamento successivi;
  • il servizio di depurazione è completamente assente in 40 comuni.


Secondo il rapporto la stima di disponibilità idrica annua media relativa all’ultimo trentennio, di circa 133 miliardi di metri cubi, ha registrato una riduzione del 20% rispetto al periodo 1921-1950 (circa 166 miliardi di metri cubi).

Dall'analisi emersa nel rapporto Gli Investimenti e le riforme PNRR per le infrastrutture idriche del Ministero delle Infrastrutture, il settore idrico italiano è caratterizzato da un grande necessità di investimenti per colmare il gap infrastrutturale, sia assoluto che fra il Nord e il Sud del Paese. Gli investimenti devono consentire prioritariamente di:

  • rendere le infrastrutture idriche primarie (grandi adduttori, invasi, grandi derivazioni) efficienti e resilienti, in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici in atto, in maniera da garantire il superamento di crisi idriche, superando la politica “dell’emergenza”;
  • programmare e attuare gli indispensabili interventi di manutenzione necessari per l’adeguamento e/o il mantenimento della sicurezza non solo delle grandi e piccole dighe, ma anche dei grandi sistemi di derivazione e adduzione delle acque, sia in termini di sicurezza delle opere strutturali che di conseguente recupero/incremento di capacità utile e di trasporto (e quindi di valore economico);
  • realizzare una gestione più efficace della risorsa idrica e una contestuale riduzione delle perdite, anche nelle reti di distribuzione (ottimizzazione della risorsa);
  • completare i grandi schemi/sistemi idrici ancora incompiuti, soprattutto nel Mezzogiorno, eventualmente progettandoli in un’ottica più moderna laddove necessario.

In questo contesto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e le altre pianificazioni di settore costituiscono preziose opportunità, soprattutto di programmazione e finanziamento, per migliorare la resilienza delle reti e ridurre la probabilità di innesco di crisi. Si tratta di misure che, se adottate tempestivamente e nell’ambito di una più articolata strategia di intervento, consentiranno di ridurre significativamente il rischio di gravi crisi idriche nel prossimo futuro.
 

IL DECRETO LEGISLATIVO 23 FEBBRAIO 2023, N. 18

Il Decreto Legislativo 23 febbraio 2023, n. 18 recepisce la Direttiva europea 2020/2184 sull'acqua potabile, disciplina la qualità delle acque destinate al consumo umano ed abroga il precedente D.Lgs. 31/2001 sulle acque destinate al consumo umano.

Gli obiettivi del decreto sono la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, assicurando che le acque siano salubri e pulite, nonché il miglioramento dell'accesso alle acque destinate al consumo umano.

Di seguito alcune delle principali novità introdotte:

  • Art. 4 Obblighi generali. I gestori del servizio Idrico che forniscono almeno 10.000 m3 di acqua al giorno (o che servono almeno 50.000 persone) devono effettuare una valutazione dei livelli delle perdite e dei potenziali miglioramenti sulla riduzione delle perdite di rete idrica.
     
  • Art. 6 Obblighi generali per l'approccio alla sicurezza dell'acqua basato sul rischio. L'approccio basato sul rischio è finalizzato a garantire la sicurezza delle acque destinate al consumo umano e l'accesso universale ed equo all'acqua implementando un controllo olistico di eventi pericolosi e pericoli di diversa origine e natura. Definisce quindi i contenuti e le modalità di redazione del Piano di sicurezza dell'acqua tra cui una valutazione e gestione del rischio di ogni sistema di fornitura idro-potabile (che includa prelievo, trattamento, stoccaggio e distribuzione delle acque destinate al consumo umano fino al punto di consegna
     
  • Art. 8 Valutazione e gestione del rischio del sistema di fornitura idro-potabile.
     

 

Bibliografia

- Parlamento Europeo, Protezione e gestione delle risorse idriche

- Parlamento Europeo, 2000, Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque

- Parlamento Europeo, 2008, Direttiva 2008/105/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive del Consiglio 82/176/CEE, 83/513/CEE, 84/156/CEE, 84/491/CEE e 86/280/CEE, nonché modifica della direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio

- Parlamento Europeo, 1991, Direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane 
 
- Proposta di revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane 

- Commissione europea, 2012, Ambiente: la Commissione presenta il Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee 

- Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, 2022, Rapporto su investimenti e riforme per le infrastrutture idriche e l’aggiornamento trimestrale sullo stato di attuazione del Pnrr e del Pncvideo evento presentazione

- Davide Ciferri, 2022, Attuazione del PNRR e la Riforma del Piano Nazionale delle Infrastrutture Idriche

- Attilio Toscano, 2022, Strategie e politiche del MIMS per il settore idrico 

- Angelica Catalano, 2022, Gli investimenti per le infrastrutture idriche 

- Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, settembre 2022, Monitoraggio dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale Complementare di competenza del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) 

- Parlamento Italiano, 2022, Relazione sull'attuazione dello stato del PNRR
 
- Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, 2022, Dal PNRR 4,3 miliardi di euro per il settore idrico

- Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, 2023, PNRR: il Mit assegna 293 mln per ridurre le perdite di acqua potabile

- ISTAT, 2023, Le statistiche dell'ISTAT sull'acqua anni 2020 – 2022

- Fondazione Utilitas, 2023, I dati del servizio idrico in Italia – Blue book 2023

- Decreto Legislativo 23 febbraio 2023, n. 18 Attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano