BLUE ROLODEX: START-UP & INFLUENCER DELLA BLUE ECONOMY
Parliamo di cinque start-up innovative del settore della blue economy e cinque figure di esperte e esperti, influencer, scienziate e scienziati che hanno un ruolo di rilievo quando si parla di oceano.
Dall’uso commerciale delle alghe alla cattura della CO2 oceanica, dalla pesca rigenerativa ai servizi ecosistemici delle barriere coralline, dall’energia del moto ondoso al turismo marino sostenibile, la Blue Economy rappresenta un paradigma economico emergente che mira a coniugare lo sviluppo sostenibile con la valorizzazione delle risorse marine e costiere. Questo approccio si fonda sull’uso efficiente e responsabile degli ecosistemi marini all’interno di vari settori, dalla pesca ai trasporti. La Blue Economy non solo contribuisce alla protezione dell'ambiente marino, ma crea anche nuove opportunità economiche e occupazionali, favorendo un modello di crescita inclusivo e resiliente in risposta alle sfide globali, come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.
In questo pezzo abbiamo voluto elencare cinque start-up innovative del settore della blue economy e cinque figure di esperte e esperti, influencer, scienziate e scienziati che hanno un ruolo di rilievo quando si parla di oceano. Ecco chi sono.
LE START UP
Phyconomy, le alghe sono il futuro dell’economia blu
Il mercato delle alghe è in piena esplosione, tra alimentazione, neutraceutica, materiali e altri impieghi che ne fanno un prodotto ricercatissimo, ma su cui mancano competenze e know-how avanzati. Per cercare di sostenere le tante neo-imprese è nata Phyconomy, una piattaforma innovativa che si dedica alla promozione e al sostegno dell'industria delle alghe, un settore emergente con enormi potenzialità per la Blue Economy.
Fondata dal geniale Steve Herman con l'obiettivo di connettere investitori, ricercatori e imprenditori, Phyconomy fornisce informazioni dettagliate, analisi di mercato e opportunità di networking per accelerare lo sviluppo delle tecnologie basate sulle alghe. Questo ecosistema digitale rappresenta un punto di riferimento per chi è interessato a investire in soluzioni sostenibili che utilizzano le alghe per affrontare sfide ambientali e industriali, dai prodotti alimentari alle bioplastiche a base di alghe, fino ai servizi oceanici. “C’è grandissimo potenziale in questo settore. Ma l'industria, il mondo accademico e il governo devono lavorare insieme”, ha dichiarato Herman.
Foto: Phyconomy - Seaweed Industry Is On The Rise
Seares, l’ormeggio che produce energia
Seares, start-up basata a Pisa, si concentra sull’energia marina e sulla protezione delle infrastrutture costiere. La loro innovazione principale è un sistema di ormeggio intelligente chiamato SeaDamp, capace di trasformare il moto ondoso in energia elettrica, quando la barca è ancorata. Una sorta di “colonnina elettrica” per barche attraccate.
Questo sistema, oltre a fornire energia rinnovabile, a partire da 100 watt per le barche più piccole fino a oltre 300, contribuisce a ridurre lo stress meccanico sulle strutture portuali, allungando la vita delle infrastrutture e riducendo i costi di manutenzione. La versione PLUS tramite smartphone permette al diportista di monitorare l'ormeggio della propria imbarcazione e lo stato di carica delle batterie di bordo ovunque e in qualsiasi momento. Ogni SeaDamp è realizzato con materiali riciclabili al 99% e olio biodegradabile certificato.
TrueOcean, rivoluzionare i dati marini
Fondata nel 2019 a Kiel, in Germania, TrueOcean si è rapidamente affermata come una delle realtà più innovative nel settore della “blue economy”. La missione dell’azienda è quella di digitalizzare i dati marini per supportare progetti sostenibili, come l’energia eolica offshore. Il loro principale prodotto è una piattaforma cloud che gestisce, analizza e condivide i dati raccolti da sensori sottomarini, utilizzati per rilevazioni batimetriche e altre attività legate all’esplorazione del fondale marino.
Grazie a un approccio tecnologico neutro, TrueOcean permette di integrare dati provenienti da qualsiasi tipo di sensore sottomarino, rendendo queste informazioni immediatamente accessibili a tutti i soggetti coinvolti in un progetto. “Abbiamo creato una piattaforma in grado di gestire dati complessi in tempo reale, migliorando la qualità delle informazioni e riducendo drasticamente i tempi di analisi”, ha spiegato Frithjof Hennemann, co-fondatore e CEO di TrueOcean.
La start-up è diventata un riferimento essenziale per aziende che operano nei settori energetici, di prospezione dei fondali e della posa di cavi sottomarini. Secondo il co-fondatore Jann Wendt, “il nostro sistema consente di ridurre significativamente i costi e il tempo necessari per la raccolta e l’analisi dei dati, un aspetto chiave per le aziende che operano nel settore delle energie rinnovabili”.
TrueOcean continua a crescere, supportata da investitori strategici, e si prepara a espandere la propria offerta per affrontare le future sfide della sostenibilità marina.
Northern Light Composites, chiudere il ciclo della vita delle imbarcazioni
È possibile realizzare imbarcazioni circolari? La risposta a questa domanda si sostanzia nel lavoro di Northern Light Composites (nlcomp), azienda friulana, che si occupa di ricerca e sviluppo di soluzioni cleantech, fibre naturali, materiali riciclati e resine sostenibili per la nautica. È stata fondata a inizio 2020 a Monfalcone, in provincia di Gorizia, da tre appassionati del mare e della vela, Fabio Bignolini (direttore operativo), Piernicola Paoletti (responsabile finanziario), e Andrea Paduano (direttore tecnico).
nlcomp ha sviluppato il materiale composto rComposite come soluzione al problema dello smaltimento dei prodotti in vetroresina, come pale eoliche e imbarcazioni, che spesso vengono abbandonati una volta terminato il loro ciclo di vita. La soluzione proposta da nlcomp è semplice ma rivoluzionaria: sostituire le resine termoindurenti con una matrice termoplastica. Questo cambiamento consente il recupero delle materie prime, rendendo possibile il riciclo dell’imbarcazione alla fine del suo ciclo di vita. Il primo prototipo realizzato con materiali riciclati e sostenibili è stata la barca sportiva Ecoracer769, seguito da Ecofoiler, una piccola deriva volante di 3,80 metri di lunghezza, costruita con rComposite. A giugno la start-up ha ricevuto un finanziamento di oltre 500.000 euro da Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo. Il finanziamento è stato concesso nell’ambito di Smart&Start, un programma promosso dal MIMIT e gestito da Invitalia per sostenere la nascita e la crescita di startup innovative sul territorio nazionale.
Seatopia, l’acquacultura si fa sostenibile
“L’acquacoltura ha un gran potenziale per la produzione di frutti di mare sani in un ambiente dove si possano controllare la qualità del mangime e l’esposizione alle tossine. Se fatto bene, questo sistema permette di ottenere un prodotto pulito e denso di nutrienti”, spiega James Arthur Smith, fondatore di Seatopia, azienda americana pioniera nel settore dell’acquacoltura rigenerativa per il mercato B2C e B2B, in un’intervista rilasciata a Materia Rinnovabile.
Tutti i prodotti Seatopia provengono direttamente da allevamenti certificati da terzi per le proprie pratiche sostenibili e di commercio equo e solidale. Gli allevamenti della cooperativa hanno una densità media del 2% di pesci e del 98% di acqua, il che permette di evitare il sovraffollamento ittico e privilegiare la qualità rispetto alla quantità.
La proposta di Seatopia è semplice: il cliente sceglie la confezione di 12, 18 o 24 porzioni includendo o meno crostacei e pesce affumicato a seconda dei propri gusti. I pesci sono raccolti da allevamenti artigianali di acquacoltura che non danneggiano la fauna marina selvatica. I prodotti surgelati, per mantenere la massima qualità, vengono imballati in packaging isolanti e compostabili e consegnati a domicilio. Inoltre, in linea con l’obiettivo dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN) di proteggere il 30% degli oceani entro il 2030, Seatopia dona l’1% dei propri introiti per la promozione e creazione di una rete di aree marine protette (AMP).
GLI INFLUENCER
Vincent Doumeizel, il visionario delle alghe
Vincent Doumeizel è un esperto internazionale di sostenibilità e sviluppo delle risorse marine, che ha ricoperto ruoli di rilievo come consigliere senior per gli oceani presso il Global Compact delle Nazioni Unite e direttore del programma alimentare presso la Lloyd’s Register Foundation.
Doumeizel è una delle voci più influenti nella promozione della Blue Economy, con un particolare focus sull'uso delle alghe come risorsa chiave per affrontare le sfide ambientali globali. Il suo ultimo libro, La Rivoluzione delle alghe (2024, Aboca), esplora il potenziale delle alghe nel contribuire a risolvere problemi cruciali come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e l'inquinamento.
Attraverso una combinazione di scienza, storia e visione futuristica, Doumeizel presenta le alghe come una risorsa fondamentale per un futuro sostenibile, capace di trasformare l'agricoltura, la produzione di energia e la salute degli ecosistemi marini. Una lettura essenziale per chiunque sia interessato alla Blue Economy e alle soluzioni innovative per un pianeta più sostenibile.
Foto: Vincent Doumeizel
Sylvia Earle, Sua Profondità
Oceanografa, esploratrice e fondatrice della spedizione di ricerca Mission Blue, è una delle voci più influenti per la conservazione degli oceani.
Sylvia Earle ha dedicato oltre sei decenni alla protezione degli oceani. Conosciuta come "Her Deepness" (Sua Profondità), è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di Chief Scientist presso la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’ente statunitense per la ricerca marina e atmosferica, e ha condotto più di 100 spedizioni subacquee. Recentemente, attraverso Mission Blue, ha promosso la creazione di "Hope Spots," aree marine protette essenziali per la biodiversità. La sua missione è quella di aumentare la consapevolezza globale sulla fragilità degli oceani e sull'urgenza di conservarli. Imprescindibile.
Foto: Sylvia Earle - Credit: ©Rolex/Bart Michiels
Francesca Santoro, l’ambasciatrice dell’oceano
Il suo nome è sinonimo di tutela degli oceani: Francesca Santoro è un’ambasciatrice della sostenibilità marina, con una carriera che unisce scienza, educazione e impegno globale. Biologa marina di formazione, oggi ricopre il ruolo di Senior Programme Officer presso la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell'UNESCO, dove si dedica alla protezione degli oceani.
Ha una unica, fondamentale missione: sensibilizzare le persone, in particolare i giovani, sull'importanza vitale degli ecosistemi marini per il nostro pianeta. Attraverso progetti internazionali, Santoro lavora per promuovere la consapevolezza ambientale e implementare strategie educative che coinvolgano scuole e comunità locali in tutto il mondo.
Con un approccio che unisce rigore scientifico e passione divulgativa, è una voce autorevole nella lotta per la sostenibilità marina, affrontando tematiche cruciali come il cambiamento climatico, la biodiversità e la necessità di preservare gli oceani per le generazioni future.
Foto: Francesca Santoro - Credit: Il Riformista
Mariasole Bianco
Sorriso sempre in viso e grande capacità di fare divulgazione, Mariasole Bianco è una biologa marina e una delle principali voci italiane nel campo della conservazione degli oceani. Fondatrice di Worldrise, una ONG che promuove progetti di protezione e valorizzazione dell'ambiente marino, Mariasole è conosciuta per il suo impegno nella sensibilizzazione del pubblico, in particolare i giovani, sull'importanza della tutela degli ecosistemi marini. È anche una divulgatrice scientifica, spesso ospite di programmi televisivi (come Kilimangiaro) e conferenze, dove riesce a tradurre complesse questioni ambientali in messaggi accessibili e coinvolgenti.
Seguire Mariasole Bianco, non serve solo a rimanere informati sulle principali sfide ambientali legate agli oceani, ma si partecipa a un movimento più ampio di consapevolezza e azione per proteggere uno dei beni più preziosi del nostro pianeta. La sua capacità di connettere scienza e passione rende il suo contributo fondamentale nel panorama della Blue Economy e della sostenibilità ambientale.
Foto: Marisole Bianco - Credit: Recover Web
Patricia Puig, la super consulente della Blue Economy
Patricia Puig è considerata una delle influencer di punta della Blue Economy. «My goal is to use this knowledge to contribute to the formation of a “blue society” where harmony between humanity and the ocean is the norm and not the exception». Laureata in biologia marina, ha conseguito il dottorato in scienze oceanografiche, sviluppando una profonda conoscenza delle correnti oceaniche, della biodiversità marina e della conservazione degli habitat costieri.
Nel corso della sua carriera, Puig ha guidato numerose spedizioni scientifiche in diverse aree del mondo, studiando le barriere coralline, le riserve marine e i processi di acidificazione degli oceani. Oggi fa consulenza alle aziende per meglio comprendere l’impatto sugli ecosistemi marini e ha fondato due start-up, Oceanogami e Blue-jobs. Oceanogami è un'organizzazione che si occupa di proteggere gli ecosistemi marini attraverso progetti di ricerca e conservazione, collaborando con enti pubblici e privati. Grazie a Oceanogami, Patricia Puig ha promosso iniziative per ridurre l'inquinamento marino, sostenere le energie rinnovabili e favorire politiche sostenibili nella gestione delle risorse marine.
Parallelamente, Puig ha lanciato Blue-job, una piattaforma innovativa che collega professionisti e aziende impegnate nel settore della sostenibilità blu. Blue-job offre opportunità di networking, formazione e lavoro per esperti e organizzazioni che operano nel campo della tutela marina e dello sviluppo sostenibile, aiutando a costruire una rete globale di conoscenze e competenze.
Foto: Patricia Puig - Credit: Patricia Puig website
Un articolo di Emanuele Bompan