NON SOLO MARE: COME E PERCHÉ TUTELARE ANCHE LE ACQUE DOLCI
L'Italia, nota per il suo mare e le sue coste, possiede anche un vasto patrimonio di acque dolci tra fiumi, laghi e riserve acquatiche, sia superficiali sia sotterranee, che richiedono costante attenzione e protezione. La crescente pressione delle attività umane e i cambiamenti climatici minacciano questi ecosistemi vitali.
Come evidenziato da Alessandro Bratti, segretario generale dell'Autorità distrettuale del fiume Po-MiTE e membro del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, la qualità delle acque in Italia è estremamente disomogenea, con zone in miglioramento e altre in peggioramento.
In questo quadro, è importante comprendere e aderire ai meccanismi comunitari per raggiungere uno stato soddisfacente delle acque, che considerano criteri biologici, chimici ed ecologici.
LA SITUAZIONE DELLE ACQUE DOLCI IN ITALIA
Il “Report ambiente 2023” del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (Snpa) ha rilevato che oltre il 27% dei corpi idrici superficiali italiani è in cattivo stato ecologico, con contaminazione significativa da nutrienti eccessivi, metalli pesanti e contaminanti organici. Questi inquinanti provengono prevalentemente dall'agricoltura, dall'industria e da sistemi fognari obsoleti.
Alessandro Bratti sottolinea l'importanza di quest’ultimo dato, ricordando che, nonostante i miglioramenti nei sistemi di depurazione in alcune regioni, altre aree del Paese continuano a non rispettare i parametri europei, mostrando la necessità urgente di ulteriori interventi per adeguare queste infrastrutture.
Altro dato è quello dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) per cui i livelli di pesticidi nelle acque superano i limiti legali nel 28,3% dei punti monitorati nelle acque superficiali e nel 6,8 per cento in quelle sotterranee, con un trend di aumento di queste sostanze a partire dal 2012.
“Il tema dei cambiamenti climatici è, poi, un altro tema fondamentale”, sottolinea Bratti, ricordando che il nostro Paese è descritto come un hotspot climatico dall'Ipcc. Eventi estremi come la siccità nel Po nel 2022, le alluvioni in Emilia-Romagna nel 2023 e le attuali condizioni di siccità in Sicilia mostrano l'aumento della frequenza di queste condizioni.
SOLUZIONI E STRATEGIE PER UNA PROTEZIONE DELLE ACQUE DOLCI EFFICACE
Alla luce di queste evidenze, è chiaro che la protezione delle acque dolci non è solo una questione ambientale, ma una priorità nazionale. Sarà sempre più necessario pensare a una gestione proattiva delle risorse idriche, superando le soluzioni tradizionali a favore di pratiche innovative come l'ingegneria naturalistica e misure "nature positive" per migliorare sia la qualità dell'acqua che la sicurezza territoriale. Anche le infrastrutture idriche del nostro paese, invariate negli ultimi cinquant'anni, necessitano di un aggiornamento urgente per rispondere alle esigenze attuali.
"Affrontare i nuovi inquinanti emergenti e le emergenze climatiche sempre più frequenti richiede tecnologie avanzate", afferma Bratti. Altro punto: la frammentazione nella gestione delle risorse idriche, che deve essere superata con un approccio più unitario a livello sia nazionale sia europeo.
L'IMPORTANZA ECONOMICA DELLE ACQUE DOLCI E IL COINVOLGIMENTO DELLE IMPRESE
Le acque dolci sono fondamentali non solo per gli ecosistemi, ma anche per l'economia del nostro paese: influenzano settori come l'agricoltura, l'industria, il turismo e l'energia idroelettrica. La valorizzazione ulteriore di queste risorse può portare benefici significativi sia all'ambiente che all'economia locale. Bratti evidenzia, ad esempio, il potenziale del turismo lento e sostenibile lungo i corsi d’acqua e di alcune pratiche come la pioppicoltura. Queste attività non solo arricchiscono il contesto ambientale, ma stimolano anche lo sviluppo economico, creando un ciclo virtuoso di sostenibilità e crescita.
In questo quadro, il coinvolgimento non solo delle istituzioni, ma anche delle imprese, è cruciale. Un esempio è l'iniziativa Nature Positive Network, di cui ecomondo fa parte e lanciata da pochissimo dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Po, che coinvolge oltre quaranta aziende impegnate nella tutela del capitale naturale: “Le imprese che adottano approcci sostenibili non solo contribuiscono alla tutela dell'ambiente, ma mitigano anche i rischi legati alle calamità naturali. In questo modo, non solo preservano il capitale naturale, ma possono anche ottenere profitti migliori e ridurre i costi operativi".
La salvaguardia delle acque dolci è una sfida complessa che richiede l’impegno congiunto di istituzioni e imprese e un approccio olistico per assicurare la sostenibilità di queste risorse vitali per le future generazioni.
Un articolo scritto da
Lifegate