5 START-UP CIRCOLARI DA NON PERDERE
L’innovazione incrementale è il cuore dell’economia circolare. Se per un’azienda consolidata diventare circolare è un processo lungo e articolato, le nuove aziende “native circolari” hanno una marcia in più. Abbiamo scelto cinque Start-Up innovative da tutta Europa per ispirare e fomentare la transizione.
MIRET
Vendere sneaker circolari è l’obiettivo della Start-Up croata Miret. Vincitrice del Sustainable Fashion Gold all’IDA Design Awards, l’azienda nata a Zagabria ha creato una soluzione tecnologica per calzature prodotte con il 97% di fibre naturali. Il restante 3% è costituito da fili e colle sintetiche che garantiscono la durata delle sneakers e che la Start-Up sta però cercando di sostituire con materiali naturali con le stesse caratteristiche di durevolezza.
I fratelli Domagoj e Hrvoje Boljar, fondatori di Miret producono scarpe sportive alla moda, comode e durature, realizzate con materiali innovativi e a basso impatto ambientale tra cui la canapa, il sughero, l’eucalipto, la lana neozelandese e il lattice di gomma naturale.
Ad oggi le Miret sono le uniche sneakers al mondo a possedere il marchio “Standard 100 by Oeko-Tex” per l'intero prodotto e non solo per componenti specifici. Seppur non ancora compostabili, queste scarpe sono ad un passo dall’eliminare materiali sintetici e sostanze chimiche tossiche con l’obiettivo di offrire una scarpa che possa essere reimmessa nel ciclo naturale in tutta sicurezza. Con un’impronta decisamente a impatto quasi zero.
RONGODESIGN
Lo sapevate che i funghi, oltre che alimento e sostanza psicoattiva, ora sono un materiale da costruzione?
La Start-Up rumena RongoDesign combina la tecnologia del micelio e il riciclo degli scarti agroindustriali per creare prodotti di interior design con caratteristiche biofiliche, che aiutano nella costruzione di ambienti sani e favoriscono il benessere fisico e mentale. L’azienda utilizza il micelio, l’apparato vegetativo dei funghi, per sviluppare i materiali utilizzati per arredi e imballaggi su substrati organici e sintetici che sono sottoprodotti o rifiuti di altre industrie.
L’aspetto circolare in questo caso è l’uso di sottoprodotti commerciali e agricoli che altrimenti finirebbero in discarica quali i fondi del caffè e i residui di colture come la canapa, il luppolo e i girasoli. Secondo l’azienda il processo produttivo è carbon negative, in quanto il micelio cattura il doppio del suo peso in CO2 durante la coltivazione, mentre i prodotti dall’azienda realizzati sono biodegradabili al 100% ed evitano, quindi, la creazione di rifiuti.
CIRCULARITY
La Start-Up milanese Circularity ha lanciato nel 2023 la nuova Circularity Platform, una piattaforma digitale che consente alle imprese di trovare nuove fonti di approvvigionamento di materiali riciclati, creare una vera e propria rete di partner con cui dialogare e ideare soluzioni, e di utilizzare tool digitali per misurare le proprie performance ESG e quelle della propria supply chain.
Il sistema consente la tracciabilità dell'intera filiera dei rifiuti, dei sottoprodotti e dei materiali end-of-waste, permettendo di definire accordi commerciali per la gestione circolare della materia in tutte le fasi.
Il plus per le aziende che si avvalgono di Circularity Platform è quello di tracciare e monitorare il percorso dei materiali di scarto per acquisire maggiore conoscenza circa le destinazioni e le performance ambientali dei propri fornitori, quantificando la CO2 equivalente della gestione ambientale dei materiali consentendo alle imprese di effettuare una scelta consapevole dal punto di vista di impatto ambientale, condividendo nell’ecosistema il valore aggiunto dato dalle emissioni evitate.
MagREEsource
MagREEsource è una Start-Up francese che, grazie al suo processo di riciclo dei magneti basato sull’idrogeno, contribuisce a ridurre l'impronta di carbonio dell'industria dell'energia rinnovabile, sostenendo l'autonomia europea nella filiera di approvvigionamento di terre rare per i magneti.
MagREEsource nasce come spin-off del CNRS, il centro nazionale francese per la ricerca, e ha l’obiettivo quello di arrivare a produrre entro il 2026 ben 500 tonnellate di terre rare all’anno ricavate dai vecchi magneti, aprendo così un mercato chiave, visto che attualmente solo l’1% dei magneti viene riciclato e l’Europa sta correndo per solidificare le filiere di approvvigionamento delle terre rare.
Per raggiungere questi obiettivi la Start-Up di Grenoble ha brevettato un processo denominato magnet-to-magnet che consente di produrre magneti a un prezzo competitivo, sul territorio nazionale, massimizzando il recupero degli scarti da magneti dismessi. La trasformazione ha un basso impatto ambientale dato che usa idrogeno per recuperare terre rare senza l'utilizzo di acidi.
C’è molto interesse sulla tecnologia da parte dell’industria francese che impiega magneti in tantissimi ambiti, dall’ingegneria spaziale alle pale eoliche. Incubata dal Linksium, ente francese pioniere nella creazione su larga scala di startup tecnologiche che nascono dalla ricerca pubblica, MagREEsource è considerata un’impresa strategica dal governo francese che la sostiene con il piano di spesa France Relance.
WASE
WASE è una Start-Up londinese che si occupa di eliminare l'impatto dei rifiuti alimentari e idrici attraverso procedure innovative di circular water.
WASE lavora con produttori di alimenti e bevande inglesi del calibro di Hepworth, Hobsons eForest Road Breweries, per utilizzare gli scarti della lavorazione alimentare (frazione organica e acqua) al fine di produrre energia rinnovabile, acqua da riutilizzare e elementi nutrienti per l’agricoltura.
Il settore alimentare, infatti, produce durante la lavorazione importanti volumi di scarti che sono difficili da trattare con la digestione anaerobica a causa dei grassi, del pH basso e delle alte concentrazioni di antibiotici. Per questo WASE ha sviluppato un processo elettro-metanogenico che accelera la scomposizione dei rifiuti e produce idrogeno e metano. Il sistema tecnologico è semplice da installare, con un sistema plug and play da implementare all’interno della catena produttiva.
L’azienda propone tre soluzioni per ambiti dove la digestione anaerobica è inefficiente:
- saniWASE, sistemi decentralizzati di trattamento delle acque reflue e dei fanghi fecali;
- industriWASE, soluzioni circolari di trattamento dei rifiuti per i produttori di alimenti e bevande;
- agriWASE, trattamento avanzato in loco per i rifiuti agricoli.
Un articolo di Valeria Pagani e Emanuele Bompan